Secondo un nuovo studio, presentato alla riunione annuale dell’associazione europea per lo studio del diabete (EASD), è possibile prevedere il diabete di tipo 2 o la condizione di “prediabete” analizzando il cristallino nell’occhio.

Lo studio è stato condotto da Mitra Tavakoli, della scuola medica dell’Università di Exeter.
Secondo Tavakoli è possibile prevedere chi svilupperà il diabete di tipo 2 oppure il prediabete misurando il livello di autofluorescenza nella lente dell’occhio.

Questo metodo potrebbe essere d’aiuto per quanto riguarda il ritardo della diagnosi di diabete: dall’insorgenza del diabete di tipo 2 fino alla diagnosi, infatti, possono passare diversi anni e ciò può rendere meno proficui gli interventi medici per prevenirne le complicanze.

Lo stesso ricercatore ha utilizzato un biomicroscopio di nuova concezione che esegue una scansione profonda dell’occhio per valutare eventuali stati di prodotti di glicazione avanzata (AGE).
L’aumento di questi prodotti contribuisce infatti allo sviluppo di diverse malattie e complicanze del diabete, tra cui la retinopatia e la neuropatia.

Questo nuovo microscopio utilizza un raggio di luce blu ed esegue un’analisi non invasiva.
“I risultati di questo studio preliminare hanno mostrato che l’autofluorescenza delle lenti è significativamente maggiore nei pazienti con prediabete e diabete di tipo 2. Il livello dei prodotti AGE era correlato ai livelli di zucchero nel sangue”, dichiara Tavakoli nel comunicato stampa.

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