Isolotto pancreatico di un topo sano (in rosso cellule che producono insulina), a destra isolotto pancreatico di topo carente di insulina (le cellule produttrici di insulina sono quasi del tutto assenti) (credito: UNIGE)

Una proteina che, in talune condizioni, può agire come regolatrice dello zucchero nel sangue e dei lipidi è stata identificata da un gruppo di ricercatori dell’Università di Ginevra (UNIGE). La proteina, denominata S100A9, potrebbe contrastare gli effetti collaterali dell’insulina somministrata ai diabetici.

Nello studio, pubblicato su Nature Communications, si accenna a quello che potrebbe essere un nuovo trattamento per il diabete e in generale per migliorare in maniera significativa la qualità della vita quotidiana di decine di milioni di persone.
Sono infatti milioni le persone che debbono far ricorso ad iniezioni di insulina sia per il diabete di tipo 1 che per quello di tipo 2. Un’eventuale sovradosaggio può scatenare l’ipoglicemia, il calo dei livelli di glucosio nel sangue, mentre unosottodosaggio può comportare una iperglicemia, anch’essa pericolosa.

Effettuando esperimenti sui topi, gli scienziati hanno scoperto che somministrando dosi di S100A9 ai ratti diabetici carenti di insulina si otteneva una gestione migliore del glucosio ed un migliore controllo dei chetoni e dei lipidi.
Hanno poi scoperto che questa proteina sembra funzionare solo quando c’è TLR4, un recettore collocato sulla membrana di determinate cellule, tra cui adipociti e cellule del sistema immunitario.

Ora Roberto Coppari, uno degli autori dello studio insieme a Giorgio Ramadori, intende capire insieme al suo team il funzionamento della proteina S100A9. A tal proposito stanno ideando un nuovo trattamento che combina basse dosi di insulina e S100A9 per capire se è possibile controllare meglio il glucosio e i chetoni e limitare lo stesso effetto collaterale negativo dell’insulina.
“Vogliamo anche decifrare l’esatto ruolo di TLR4 al fine di offrire una strategia terapeutica che raggiunga il delicato equilibrio tra glucosio nel sangue, chetoni e controllo lipidico ottimali”, spiega lo stesso Coppari nel comunicato stampa.

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